Itinerario 5

Cartina Itinerario 5

Itinerario Trekking 5 - Percorso floristico della “Costa dei Salti” - Partenza Case Nanni

Case Nanni Ville Monte Boaggine Case Nanni

Dislivello: 200 m circa - Difficoltà:T/E

Sentieri CAI: 107 - 106

Durata 3h

 

Si tratta di un percorso ad anello poco impegnativo che attraversa boschi e aree rurali di notevole interesse storico e paesaggistico.

Il percorso inizia a Case Nanni (761 m), un piccolo e antico borgo del Comune di Montecopiolo, arrampicato sul versante Nord - Est del massiccio del Carpegna (si consiglia di parcheggiare l’auto presso la frazione di Serra Nanni, circa 200 m prima, lungo la strada provinciale).

Attraversato il gruppo di case, tenendo la sinistra si prende una strada bianca indicata come sentiero CAI 107, e si attraversa un rimboschimento di conifere alloctone, in cui prevale il pino nero (Pinus nigra).

In alcuni punti si può osservare come questa pianta riesce a colonizzare spontaneamente i terreni più aridi e soleggiati mentre in altri gli esemplari più vecchi tendono a lasciare il posto a piante autoctone come carpino (Ostrya carpinifolia), acero campestre (Acer campestre), cerro (Quercus cerris).

In primavera, fra il rumore del vento che scuote le fronde degli alberi e le melodie dei vari canti di uccelli si può udire il fragore delle acque del fiume Conca, che proprio poco più sotto forma una splendida cascata, non visibile perché coperta dal rimboschimento.

Seguendo sempre la stradina principale, dopo circa 45 minuti di cammino in salita, si arriva in località Le Ville (948 m) anche questo un piccolo borgo a cui faceva capo il Castello di Monte Boaggine.

Appena prima di una graziosa cappella si gira a sinistra, (seguendo il sentiero CAI 106) superata una fontanella, dove ci si può abbeverare, ancora a sinistra per la strada bianca.

Verso Nord, la vista spazia sui monti che sovrastano il paese di Villagrande, il Monte San Marco, il Monte Montone e la Roccaccia, alle loro spalle è ben visibile il Monte Titano di San Marino, con le sue tre torri e, nelle giornate abbastanza nitide, anche il mare Adriatico.

La strada bianca prosegue in pianura, attraversando i prati-pascoli che caratterizzano quasi tutta la sommità del massiccio del Carpegna, si lascia un antico cimitero sulla destra, in cui si può ancora notare il tetto della cappella ricoperto da lastre di arenaria, si prosegue sempre diritti, finché si intravede un rudere restaurato di una piccola torre campanaria.

La collinetta dove è posta la torre era sede dell’antico castello di Monte Boaggine (964 m) uno dei più antichi del Montefeltro di cui rimangono solo alcuni ruderi poco visibili.

Salendoci sopra si ammira un meraviglioso panorama a tutto tondo che partendo da Sud-Est mostra oltre alle cime precedentemente citate, la valle del Conca, le valli dell’Apsa e del Mutino, affluenti del fiume Foglia, e i lontananza le colline di Urbino e la dorsale del Catria e del Nerone.

I particolari dello sguardo verso Nord-Est sono resi noti da un lettore del paesaggio.

Dopo aver ammirato lo scorcio panoramico, si ritorna indietro per circa 150 metri, e s’ imbocca il sentiero CAI 106 a sinistra.

anzichévoltare a destra in direzione della Costa dei Salti, si prosegue scendendo a sinistra, addentrandosi in un bosco misto.

Dopo circa 200 m il sentiero si allarga in una mulattiera e, tra maggio e giugno, ci si ritrova circondati da profumati cespugli di ginestra (Spartium junceum) e di ginepro (Juniperus communis) tipiche piante arbustive colonizzatrici di terreni aridi.

Poco dopo, tenendo sempre la sinistra, si finisce in una strada bianca nei pressi di Serra Nanni e, percorrendo un breve tratto di strada provinciale, si raggiunge il punto di partenza.

 

Il fiume Conca

Il fiume Conca nasce sul Monte Carpegna, la “vetta”del Parco (1415 m), da un sistema di rigagnoli, che si raccolgono in un impluvio principale, una “conca”, da cui sicuramente il nome.

Percorre la prima parte del suo viaggio nella provincia di Pesaro e Urbino, poi incontra la Romagna e termina a Cattolica sfociando nel mare Adriatico, interessando in totale un bacino di 194 kmq.

Pochissimi sono gli affluenti, il principale è il rio Ventena che incontra poco prima della foce.

Nel tratto all’interno del Parco Naturale, il Conca presenta le tipiche caratteristiche del torrente di montagna: velocità della corrente elevata, fondo roccioso e/o a grandi ciottoli, acque limpide, fredde e ossigenate.

È un ambiente adatto per la trota fario ora non più presente in questo tratto del Conca ma che sicuramente lo era in passato.

Per adattarsi alla velocità della corrente, gli animali che ci vivono mettono in atto vari espedienti.

Alcuni se ne stanno dove il movimento dell’acqua è meno violento, come le curiose larve di tricottero avvolte da un “pesante” guscio fatto di pietruzze, altri preferiscono restare al sicuro sotto i ciottoli del fondale, come le larve di perla, di effimera e le sanguisughe.

Frequente in questo tratto è l’ontano nero, tipico abitante dei boschi umidi del settore montano e sub-montano, dalle caratteristiche infruttescenze brune che ricordano delle piccole pigne.

Da località Ponte Conca, attraverso una strada bianca, si può percorrere una breve passeggiata che fiancheggia il corso d’acqua che termina davanti ad una pittoresca cascata.

 

Il Castello di Monte Boaggine

L’antico castello di Monte Boaggine sorgeva a 964 m di altitudine, in un’appendice rialzata del versante Est del Monte Carpegna, un punto di particolare valore strategico in quanto la vista domina su tutte le vallate verso Sud-Est.

Assieme al vicino castello di Montecopiolo è considerato il più primitivo possedimento dei Conti di Montefeltro (sec. XII), poi duchi di Urbino.

L’originario insediamento castellano sorgeva fra due rialzi del terreno vicini fra loro con in mezzo un piccolo avvallamento, ancora oggi ben visibili.

Su una di queste prominenze sorgevano verso Sud delle mura fortificate sovrastate da una torre che vigilava l’ampio orizzonte, mentre nell’altra era situata la rocca.

Altri elementi urbanistici venuti alla luce, durante ricerche storico-archivistiche, sono: il fossato e la fonte pubblica, la porta d’accesso del castello, due nuclei abitativi, chiamati Borgo di Sotto e Borgo di Sopra, la torre campanaria, la casa del comune, la piazza pubblica e la Chiesa di Santa Maria della Misericordia.

Di tutto ciò, oltre a qualche rudere nascosto dalla vegetazione, rimane soltanto il residuo della torre campanaria, costruita pressappoco nel punto dove sorgeva la ben più antica e maestosa torre del castello.

Questo manufatto di semplice costruzione, risale solo al XIX secolo ed è stato di recente restaurato dall’Ente Parco.